Il Centro d’Arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardill ospiterà dall’8 febraio la mostra d’arte collettiva “@more”: il titolo stesso riconduce immediatamente a internet, alla comunicazione digitale, nell’intento di andare oltre una visione tradizionale e stereotipata dell’amore, che non sembra più corrispondere ai nuovi orizzonti contemporanei di questo sentimento. La mostra, curata da Emilia Valenza, vanta alcuni esponenti della scenica artistica siciliana: le opere di Gianfranco Pulitano (Messina), Massimo Ricciardo (Darmstadt (D), Valentina Glorioso (Palermo), Dessislava Mineva (Palermo), Angela Viola (Palermo) e Katia Scarlata (Enna). La mostra racconta in che modo l’amore è cambiato nei decenni a cavallo tra il XX e il XXI secondo e sarà visitabile fino all’8 marzo: riflessione sul sentimento più antico del mondo declinata in diversi linguaggi dell’arte.
Nel lavoro della fotografa Valentina Glorioso, l’amore si concentra sul concetto di relazione col proprio corpo, urgenza di confermare la propria essenza, identità e fisicità. In questa società ad alta tecnologia, si assiste ad una continua negazione del contatto tra corpi e per esteso alla negazione persino del proprio corpo; quest’immagine, misteriosa, intrigante e silenziosa, è un invito a riscoprire se stessi per riuscire a darsi agli altri, in uno scambio intenso d’amore. Per Dessislava Mineva, l’amore è analizzato come sentimento di autoidentificazione dell’uomo. Indaga le relazioni interpersonali: l’amore quando smette di generare trasformazioni diventa l’@more, così l’opera si ammanta di un valore squisitamente concettuale, riflettendo sui concetti di virtualità, di conflitto tra le polarità.
L’installazione di Gianfranco Pulitano è una grande scritta con la parola @more formata da 73 bigliettini.. L’artista riporta una storia come tante, dove l’amore si è trasformato in una violenza da cyber bullismo che porta alla morte.
Fotografie di famiglie e cartoline stampate testimoniano gli atteggiamenti formali dell’amore: nel lavoro di accostamento delle immagini, Massimo Ricciardo, nasconde i volti delle coppie con pezzetti di oggetti scartati e corrosi dall’azione levigante del mare. Anche gli oggetti mutano e rivelano il passare del tempo. A distanza di quarant’anni una donna, la madre dell’artista, in un contesto paesaggistico similare a quello delle fotografie da ragazza, posa davanti a una videocamera nello stesso atteggiamento, ma è sola e l’amore che la legava al suo compagno non è più lo stesso. Tutto muta dentro e fuori di sé. Una storia d’amore scandita da sms codificati da una data e da un orario, un filo rosso che ha ricucito un cuore in saldo, tratto in salvo appena in tempo: l’opera di Angela viola è un racconto autobiografico, dove al messaggio, non più verbale ma breve e veloce come quello di un sms, è affidata l’ansia e il tormento della relazione. I disegni di Katia Scarlata presentano figure femminili alterate, deformate, smembrate su sfondi riccamente decorati. I corpi, morbidi e sgraziati, immersi in un tripudio di forme e colori, raccontano storie di violenza, lacerazione, depravazione, negazione. Rare le figure maschili che assumono ruoli e atteggiamenti fortemente contraddittori. La sua installazione presenta un immaginario romantico e visionario dominato da una serie di “bambine” in paesaggi surreali o sullo sfondo di scenari lucidamente deliranti (come quelli immaginati da Bosh o Bruegel), accompagnato da una toilette vezzosa e da un video.