Gemine Muse 2007

By 22 aprile 2007 Senza categoria No Comments
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Tra poesia e disincanto gli artisti di Gemine Muse si confrontano con l’imago urbis tramandata da cartografi, vedutisti, letterati dei secoli trascorsi e registrano contraddizioni e malie di un luogo il cui potere di seduzione sopravvive prepotente alle calamità inflitte dalla natura e dall’uomo. Spazio prescelto per l’esposizione dei lavori è Forte Ogliastri, una delle 24 “fortificazioni umbertine” realizzate nel periodo postunitario a difesa dello Stretto, sito su un’altura panoramica tra le più frequentate dagli artisti del passato. Per Rita Casdia l’attraversamento dello Stretto diventa una dimensione sospesa in cui si consumano da sempre sentimenti contrastanti, scenario muto e partecipe di laceranti separazioni e pacificatori ricongiungimenti. A vivere (e stemperare) il dramma del distacco, sono effimere creature di plastilina, presenze immaginarie e al tempo stesso tangibili, sospinte da una sottile inquietudine esistenziale. Pendant di Giuseppe Lisciotto offre di una ipotetica veduta di Messina due opzioni antitetiche e complementari: quella utopistica che prospetta l’applicazione diffusa di tecnologie ecocompatibili ispirandosi ad una verdeggiante città preindustriale e quella apocalittica in cui il degrado ambientale incarna suggestioni mitologico-simboliche. Entrambe esasperano in due opposte direzioni una realtà ancora passibile di cambiamenti.

Dipende solo dall’uomo.

 La percezione dell’ambiente attraverso un sistema sensoriale alternativo è quanto si propone invece Seagull di Gianfranco Pulitano. Il punto di vista è appunto quello – solo apparentemente acritico – di un gabbiano, presenza consolidata e legittima in una città di mare, attento osservatore di dettagli che sfuggono all’occhio umano. Una rivisitazione moderna e ironica della tradizionale “veduta a volo d’uccello”.
L’installazione di Francesco Scarfone consiste in un gesto essenziale e risoluto che intende porre lo spettatore “in una condizione di sudditanza e oppressione psicologica”: una bandiera con lo stemma borbonico sventola anacronisticamente all’interno di un presidio militare che domina l’abitato,polemico simbolo di un potere miope e conservatore che la città non riesce ad abbattere.

di Stefania Lanuzza