Hand Luggage Art

By 15 dicembre 2006 Senza categoria No Comments
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Hand Luggage Art, promossa da Lorenza Cerruti , direttrice del Marina Palace Hotel e da Rosa Anna Musumeci, di ARTECONTEMPORANEA, vuole “sprovincializzare l’arte” portandola dai musei e dalle gallerie, ovunque, anche in un hotel! Per questo, le opere di fotografia, pittura, video, multipli e gadgets, di autori della scena contemporanea italiana, istallate sulle bianche pareti del Marina Palace hanno rivoluzionato la fisionomia degli spazi messi a disposizione dal proprietario dell’ hotel, l’ingegner Spampinato.  Hand Luggage Art, primo step di una esposizione permanente articolata in tre eventi annuali (inverno, primavera, estate), è un work in progress, in cui si respira sempre aria di innovazione culturale. All’ingresso, due foto centrali in bianco e nero dell’artista catanese Angelo Navarria, “Autoritratto” e “Pedoni2”, accolgono gli ospiti, affiancati dalle opere della romana Barbara Nati “Senza Titolo 2005”, due allegorie sulla memoria, intesa come raccordo del transito dalla fanciullezza alla vecchiaia. Più a destra, i variopinti gadgets del messinese Gianfranco Pulitano, esposto anche sul bancone della reception, su altre pareti e nel corridoio che conduce alla sala Angelica: qui l’artista presenta “L’arte per tutte le tasche”, che cattura l’attenzione grazie ai colori smaglianti e ai prezzi riportati sugli oggetti come parte integrante di un ossimoro con il titolo stesso dell’opera.

di Valentina Barbagallo

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Hand Luggage Art, il nome del progetto che avvia la collaborazione tra la galleria catanese Artecontemporanea di Rosa Anna Musumeci e il Marina Palace Hotel di Acitrezza, presenta una prima ampia selezione di lavori di artisti emergenti in un’esposizione permanente, che si articolerà in tre eventi annuali (inverno, primavera, estate). La predominanza della fotografia e delle installazioni esprime al momento il tratto più significativo del neonato progetto. Un modo di pensare l’arte in cui l’adattabilità diviene complementare all’esigenza di arredare o ridefinire uno spazio espositivo non canonico. Per questo l’iniziativa si pone come una sfida in cui la potenzialità espressiva del contemporaneo è chiamata a riqualificare un ambiente aperto e per sua natura dispersivo. Le opere fotografiche vanno dalle vivissime immagini tratte dal journal intime di Alice Grassi (Catania, 1981) ai suggestivi paesaggi industriali in bianco e nero di Angelo Spina (Catania, 1979). Un notebook, su un basso davanzale di pietra grigia, visualizza sul monitor l’animazione di Rita Casdia, che si cimenta con l’arte digitale, (Messina, 1977) rappresentando un sogno che si snoda tra trafficati luoghi urbani e solitarie boscaglie e in cui la protagonista, una micro scultura fatta di materiali plastici dai colori acidi, compare al di fuori del computer, addormentata su un supporto ligneo fissato al muro.

Le mini sculture di Gianfranco Pulitano (Messina, 1978) invadono il bancone della reception, con rifacimenti kitsch dalla fattura fortemente materica. Non mancano le installazioni site specific: appese ad un filo di nylon, in una parete su cui è addossato un pianoforte verticale, sfere di plastica trasparente racchiudono al loro interno un ciondolo con il simbolo del transgenderismo, filosofia di vita trasversale in auge negli anni Novanta di cui si appropria Tiziana Contino (Catania, 1979) con Sant’Agata fetish, cassatine di ricotta glassate con ciliegina e maschera in latex. Sulla stessa tematica, l’irriverenza, si muove Fiodor Bonaviri con un kit ospedaliero di flebo e provette accompagnato da diapositive erotiche e caramelle gommose imbustate. Gianfranco Pulitano (Messina, 1978), in un andito oltre la hall, installa un espositore da supermercato, dove sui vari ripiani sono collocati contenitori in polistirolo. Al loro interno, sigillati ermeticamente con modalità simili a quelle usate per confezionare carne e formaggi, sono inseriti rifacimenti -in porzioni- di opere di noti artisti contemporanei com Burri, Schifano o Arman. Ogni confezione reca un prezzo con tanto di codice a barre, mai inferiore ai 10.000 euro.  Si serve di un linguaggio grafico e meno caustico Lorenzo Silvan (Milano, 1975), autore di un’estesa installazione costituita da un puzzle di 365 pezzi, in cui lo stesso soggetto, una papera, si trasforma in altro con variazioni formali e stilistiche assolutamente imprevedibili.
Nella zona bar, poco distante dalle opere fotografiche di Marco Schievenin (Zevio, 1979), si scorge Quadro N di Paolo Angelosanto (San Denis, 1973), simmetrico equilibrio di contrasti composti.

Elvira D’Angelo  (mostra visitata il 15 dicembre 2006 per Exibart)