Padova ospita la dodicesima edizione di Quotidiana, rassegna nazionale di arti visive e occasione di promozione per i giovani iscritti al GAI (Circuito Giovani Artisti Italiani). La mostra, curata da Guido Bartorelli e Stefania Schiavon, presenta i lavori di 21 artisti provenienti da 11 città italiane, selezionati tra circa 300 candidati. In mostra si alternano pittura, scultura, installazione, video e fotografia, e non mancano le proposte interessanti. A cominciare dalle scarpe-spettatori di Enrico Gaido e Alessandra Lappano (Torino), che attendono ordinate all’ingresso di un luogo pubblico, assistono ad un evento, scattano foto e applaudono. Riflessioni sul mondo e sui luoghi comuni sono invece i temi affrontati nel monologo della macchina da scrivere parlante nel video di Gabriele Rigamonti (Zingonia 1976; vive a Parigi). Allucinanti figure surreali popolano l’ipermondo freak di Davide Zucco, figure metaforiche e multiformi attraverso le quali l’autore scongiura paure e inquietudini. I dipinti di Rivkah Hetherington (Londra 1977; vive a Bologna) sono invece fotogrammi cinematografici fissati sulla tela e resi così durevoli nel tempo. Il mito di Icaro viene rivisitato nel lavoro di Michele Putortì (Parma 1978) che racconta di un uccellino di neve con le ali d’oro che, in cerca del caldo, si scioglie poco a poco vicino al fornello di una cucina. Esilarante il “gioco da galleria” di Gianfranco Pulitano (Messina 1978; vive a Villafranca Tirrena) Acchiappa Cattelan, che invita gli spettatori a prendere a martellate, come nei classici giochi da luna park, il testone del Maurizio nazionale: “Prendi il martello e preparati a colpire… quante volte pensi di poter acchiappare l’artista più odiato e più amato… acchiappa Cattelan sarà un divertimento per tutti i visitatori”.
Il bianco della carta si anima grazie all’inchiostro nero; dal loro incontro nascono i piccoli esseri di Silke De Vivo (Merano 1977; vive a Bologna) che, affollati in complicate concatenazioni, si trasformano in sculture di carta. Farfalline, testine con tanti capelli e simpatici insetti popolano le pareti in una rievocazione dell’immaginario infantile. Alla rieducazione dell’osservatore -che non può limitarsi a vedere– mirano i piccoli “giocattoli per adulti” di Licia Brunelli, (Bologna 1977), oggetti attraverso i quali l’artista rappresenta ciò che di paradossale, ridicolo e contraddittorio c’è nel nostro vivere quotidiano. Ne scaturiscono mini-sculture in terracotta come l’omopelo, l’omoorsetto e l’omopesce.
L’interpretazione dell’uomo contemporaneo nella sua individualità, con un occhio ai temi della privacy e del vouyeurismo, è il fulcro della ricerca di Francesco Scarfone (Messina 1976; vive a Treviso) che mette in mostra nomi cognomi e indirizzi di perfetti sconosciuti. Il contrasto tra vero e falso anima l’opera The elefant man di Kensuke Koike (Giappone, 1980; vive a Mestre), che riprendendo una scena del celebre film di David Lynch, immerge lo spettatore in una situazione paradossale di profondo contrasto tra la scena drammatica del film e le risate che le fanno da sfondo. Sono molti i talenti presenti in questa rassegna che premia i giovani artisti e la loro creatività, lasciando in chi, nel potere (pro)positivo dell’arte ancora ci crede, una sensazione di speranza.
di Floriana Riga (mostra visitata il 15 settembre 2006 – Exibart)